Poter dire: “Adesso noi esistiamo!”

 A Napoli i transessuali sono circa 2500- 3000. È la comunità di trans più numerosa e antica del Sud d’Italia. Ma fino a poco tempo fa non esisteva nessuna struttura che rispondesse alle loro necessità. Poi, però, qualcosa si è mosso. Lo racconta Andrea Morniroli, uno dei responsabili della cooperativa sociale Dedalus, attiva a Napoli da molti anni. La cooperativa ha sempre fatto servizi di strada per le situazioni di emarginazione, soprattutto per gli immigrati. Dal 2000 gestisce programmi specifici di assistenza e di integrazione sociale per le persone vittime di violenza.“Ma non facciamo distinzione tra chi si prostituisce perché vittima di tratta o sfruttamento e chi lo fa per campare – dice Morniroli -. Cerchiamo di aiutare le une e le altre”. Delle tante trans che vivono a Napoli una parte rilevante si prostituisce, spiega l’operatore. Alcune lo fanno stabilmente: quelle più avanti con gli anni, che lo hanno sempre fatto per sopravvivere.Altre lo fanno saltuariamente: quelle più giovani, che lo fanno spesso per scelta, perché se l’uomo si rifiuta di averti come compagna – dicono – , allora ce ne cerchiamo qualcuno che almeno ci paga. Dice che molte finiscono per strada perché le famiglie non le accettano quando comincia a diventare evidente la loro tendenza a cambiare identità sessuale. Così gli operatori della Dedalus hanno cominciato a conoscere le trans, a fermarsi con loro, ad ascoltarle. E dalle trans è emersa la spinta a darsi un minimo di organizzazione. Dedalus le ha aiutate ed è nata l’Associazione Trans Napoli (ATN). La presidente dell’ATN, Loredana Rossi, che da ragazza era stata cacciata di casa e si era dovuta arrangiare vivendo in strada, è ampiamente soddisfatta ora che l’Associazione si è formata e ha raggiunto i suoi primi obiettivi. Soprattutto lo è per l’avvio del progetto Altriluoghi.
Andrea Morniroli spiega come si è arrivati al progetto Altriluoghi e al consultorio.“Per i primi anni, racconta, abbiamo messo in piedi vari servizi, ma arrangiandoci con pochi soldi. Il Comune non credeva in queste iniziative e ci dava pochissimo. Poi due anni fa la Fondazione Con il Sud ha fatto un bando per progetti innovativi e noi della Dedalus abbiamo partecipato. Insperabilmente, il nostro progetto ha vinto. In tutto il Sud sono partiti solo dieci progetti e uno è il nostro”. Il progetto Altriluoghi è fatto dei tanti pic- coli progetti che quelli della cooperativa avevano cominciato a mettere in piedi per venire incontro alle esigenze dei e delle trans.In primo luogo un consultorio sociale, di primissimo ascolto, situato in un appartamento di Poggioreale sottratto alla camorra, in cui, tra gli operatori sociali che vi lavorano, ci sono anche tre trans.. Poi un appartamento protetto per l’accoglienza temporanea di transessuali in condizioni in emergenza, persone malate, cacciate di casa. Con il sostegno della Federconsumatori è stato aperto anche uno Sportello di consulenza legale e amministrativa, in modo da aiutare le trans che spesso vengono discriminate e sfruttate anche per questioni ordinarie come l’affitto delle loro abitazioni. Ma, soprattutto, è stato attivato un vero consultorio sanitario, presso il Dipartimento materno-infantile della Asl Napoli 1, specifico per le trans.All’attività del consultorio collabora anche il Dipartimento di neuroscienze dell’Università Federico II, e un’equipe di psicologi. È il primo consultorio del Mezzogiorno per la tutela della salute e dei diritti delle persone transessuali. “Questo progetto – ha dichiarato Loredana Rossi il giorno dell’apertura, nel dicembre scorso – contribuirà ad evitare che altre vivano questo dramma. Ci permetterà di essere anche noi cittadine di serie A e non più di serie B. E di dire: Adesso noi esistiamo!”. Ultimamente si è aggiunta un’altra iniziativa, finanziata dal Fondo nazionale per il volontariato. E’ il progetto Marcella, un laboratorio di moda, basato sul riutilizzo di capi di abbigliamento dimessi o usati e la creazione di capi nuovi e “unici” da reinserire sul mercato via internet. Il laboratorio prevede la formazione e l’impiego di persone transessuali. A gestire l’iniziativa, con il sostegno della Dedalus, è l’associazione di volontariato Priscilla. “Abbiamo ingaggiato Riccardo Sivelli, lo scenografo che ha curato le scenografie del progetto teatrale ‘Pinocchio Nero’ – mi dice con orgoglio Andrea -. Con il suo apporto e quello delle trans la creatività non dovrebbe davvero mancare!”. (Tratto da NEAR, n.1 2012)